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La differenza nella vita la fanno i dettagli

Molto spesso la differenza nella vita la fanno i dettagli. Davvero. E' incredibile come a volte passiamo il tempo in maniera oziosa per poi domandarci dov'è finita la nostra giornata. Quando si parla di gestione del tempo, generalmente l'istinto è quello di arricciare il naso, perché nella nostra testa vediamo Charlot che continua ad avvitare bulloni anche dopo che è uscito dal lavoro. Ci sentiamo presi in un ingranaggio. Personalmente, trovo invece che organizzare il proprio tempo non solo ci consente di fare quello che serve, ma anche (soprattutto) quello che ci pare e piace. Ma siccome ho intenzione di trattare questi argomento per un po', questa volta mi piacerebbe parlare di un aspetto particolare della gestione del tempo: il tempo per la lettura.

E' provato che leggere fa bene. Non arriverò ad affermare con sicumera che "sapere è potere", ma certamente essere informati è utile. Inoltre, la lettura distrae da altri pensieri non precisamente motivanti che di tanto in tanto ci passano per il capo. Qui casca l'asino. Leggere fa bene, ma di tempo per leggere non ce n'è. La sera usciamo, oppure siamo talmente stanchi che scivoliamo in uno stato similcatatonico davanti alla cinquecentesima puntata di "C'è posta per te". Niente di male in entrambi i casi. Capita a chiunque. Però, se vogliamo cambiare qualcosa nella nostra vita, iniziare da questi aspetti "minori" può essere una buona idea.

Come nella maggior parte delle cose, chi ben comincia è già a metà dell'opera. Sarete d'accordo con me, quello che spaventa della lettura alla fine è la massa di roba da leggere. Se prendete in mano quel libro sul miglioramento personale con le sue 400 pagine (tipo "Come ottenere il meglio da e dagli altri" di A. Robbins, un vero balenottero) lo sgomento può assalirvi. Allora, eccovi il consiglio che ho spremuto a un amico che di libri ne macina molti. Gli ho chiesto: come fai a leggere così tanto nonostante gli impegni (ve lo giuro, è uno che non ha tempo manco per respirare). Lui mi ha risposto: ci sono allenato. Vabbene, gli ho detto io, ma com'è che ci sei diventato allenato? Il che significava più o meno: cerca di parlare una lingua che possiamo capire anche noi che non siamo iniziati. Allora lui ha sorriso, e mi ha detto: sai com'è, io per certi motivi vado spesso al bagno. Nell'armadietto tengo sempre due o tre libri, e quando sono seduto, diciamolo, sulla tazza, ne prendo uno, e comincio a leggere un paragrafo. Spesso capita che in quel tempo leggo anche una decina di pagine. Ma all'inizio, la decisione è quella di leggere un paragrafo.

Rimango spesso sbalordito davanti ai livelli di creatività che può raggiungere la mente umana.

Scherzi a parte, come in molte cose nello sviluppo personale, tutto sta a cominciare. La volta successiva che mi capitò di avere la testa che fluttuava qua e là senza grande costrutto, mi ricordai del mio amico assiso sulla tazza. Afferrai un libro qualunque, e decisi di leggere un paragrafo. Effettivamente, mi accorsi che le pagine scorrevano via lievi e piacevoli.

Poi mi dicono che l'atteggiamento non fa la differenza...

David Di Luca

Per conoscere più da vicino il mio caro amico David, visita i suoi siti

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